Blackbox: think outside the box

Oggi parliamo di un gioco. Un gioco che non ha genere, un gioco particolare, un gioco fuori di testa. Completamente fuori di testa. Un rompicapo, se vogliamo, ma neanche questo. Un gioco che sfrutta tutte le api possibili immaginabili che gli sviluppatori hanno a disposizione, letteralmente prese e usate per tutt'altro rispetto a ciò per cui erano state concepite. E il risultato è geniale, e pienamente accessibile. La genialità di questo sviluppatore è stata, non a caso, premiata agli Apple design awards quest'anno per accessibilità e innovazione.

Cosa si deve fare in questo gioco? Di tutto, veramente di tutto. Il programma si compone di vari livelli, alcuni disponibili da subito, altri sbloccabili compiendo delle azioni ed altri, infine, arricchendo un pochino il salvadanaio dello sviluppatore che non fa mai male...e per risolvere questi livelli, ciò che si deve fare comprende davvero ogni azione possibile immaginabile tranne toccare lo schermo. In alcuni livelli dovrete inclinare il device in un certo modo, premere determinati interruttori in sequenza, urlare, dire una frase, insomma ho già detto troppo.

MA ok, quindi l'interfaccia? Ah giusto, bisogna parlare anche dell'interfaccia e della sua accessibilità. Quando si entra in gioco, ci si ritrova in una griglia che Vo vocalizza come "home grid" (ah sì dimenticavo, il gioco è in inglese ma non presenta troppi problemi). Dovrete dunque premere una delle sfide (challenges), che il gioco vi propone, ognuna delle quali è costituita da varie luci, all'inizio tutte spente ma che dovrete accendere risolvendo gli enigmi.

Una volta dentro la schermata di un livello, vi verrà proposto un indizio (clue), che potrà essere una frase che descrive ciò che un utente vedente osserverebbe a schermo oppure un suono, che nella maggior parte dei casi è anche stato pienamente adattato per gli utenti di Voiceover.
Per ogni luce da accendere è disponibile un indizio, che potrete rivelare spendendo un credito (hint credit). All'inizio ne avrete 5, consumati i quali dovrete ahimè sganciare un po' di euro per averne altri.

Se con un livello non ce la fate più, vi prende l'esaurimento nervoso e volete provarne un altro, lo sviluppatore ha previsto il famoso doppio tap con due dita che vi permetterà di tornare alla griglia e cimentarvi in un'altra delle sfide.

Beh, che dire, provatelo. È gratuito, è accessibile, è dannatamente geniale. E ricordatevi, proprio come diceva Steve Jobs, pensate diverso..

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