Be my eyes: usare la rete internet per dare o ricevere aiuto nella vita quotidiana

Immagini: 

Schermata dell'applicazione tratta dall'Ap Store

Be my eyes. Help blind people see. Letteralmente, sii i miei occhi. Aiuta i ciechi a vedere.

Titolo abbastanza irritante a dire il vero, ma questa nuova applicazione, uscita il 15 gennaio 2015, promette di rivoluzionare la vita quotidiana di chi non vede in modo significativo, ma dipende molto da noi, perché è una somma tra nuove tecnologie ed aiuto umano.
Questo approccio si definisce volontariato a distanza: una persona vedente, che stia in Italia o dall'altra parte del mondo, risponde alla nostra richiesta di aiuto tramite videoconferenza e ci dà le informazioni che noi le chiediamo a voce. E tutto in tempo reale.

Il suo successo in Italia o meno, dipenderà da quanti saranno interessati all'app e, quindi, quante persone vedenti verranno messe a conoscenza e si iscriveranno alla rete di Be my eyes per dare una mano.
Per adesso, può avere il meglio di quest'app solo chi conosce abbastanza bene la lingua inglese, perché il 99% dei volontari sono stranieri ed è difficile che si trovi uno che parla in italiano, ecco perché insisto nell'affermare che il progetto va messo a conoscenza di più gente possibile anche nel nostro paese.
L'applicazione, per ora, è distribuita gratuitamente e non si paga per usufruire del servizio, ma è auspicabile, e comprensibile, che a breve verrà istituito un abbonamento; va bene tutto, ma non si può certo pretendere di tenere un network di persone disponibili 24 ore su 24 7 giorni su 7 gratis!

La finestra è banalissima. La prima volta chiede una piccola registrazione. Nome, cognome, mail, password, e ruolo. Vedente o non vedente.
Effettuati questi passaggi si ha solo un paio di pulsanti: impostazioni e connetti al primo volontario disponibile.

La richiesta di aiuto, può essere avviata anche tramite doppio tap con due dita.

L'esperienza avuta, è a dir poco eccellente. Volontaria che ha compreso la richiesta e risposto subito.

Note

  • per ora l'app, sia per i vedenti sia per i non vedenti, è compatibile soltanto su iPhone, dal 4s in poi; gli sviluppatori sperano di poterla creare anche per altri sistemi operativi, cosa per ora non possibile, ma l'applicazione Be my eyes è a sorgente aperto. Il codice è scaricabile da questa repository su Github.
  • il dubbio che si possa subire qualche fregatura da dei bontemponi è legittimo, ma c'è un sistema di votazione e report di abusi, che può essere utilizzato a fine di ogni chiamata. I bontemponi, sia tra i vedenti sia tra i non, verranno esclusi dal network.

Possibili esempi di utilizzo

Be my eyes può aiutare in molti casi, di cui noi riportiamo solo alcuni esempi:

  • Il computer non parla? Per favore mi puoi guardare il video e dirmi cosa c'è scritto? Poi dipendentemente dalla disponibilità del volontario si può anche pensare di risolvere il problema bloccante per il computer, ma non è affatto detto. Non bisogna abusare della disponibilità altrui
  • configurare delle impostazioni su un qualsiasi elettrodomestico con display
  • vedere il credito residuo, ed eventualmente il contenuto, sui distributori automatici aziendali
  • guardare i colori degli abiti da indossare, o le paia di scarpe se ne si hanno due uguali, per evitare di andar via con una scarpa per sorte
  • verificare i colori di una pietanza il cui colore diverso segnala che la cottura è giusta
  • leggere scadenze su medicinali e alimenti

I casi in cui potrebbe esser utile questa app potrebbero continuare, l'importante è, come già detto, non approfittare a oltranza della disponibilità altrui.
Per esempio: "leggimi il menu del televisore digitale terrestre che risintonizzo i canali. Ah, già che ci sei. Non è che puoi starmi qua in videoconferenza a spiegarmi le scene dato che non sono audiodescritte?" ...ma anche no! Tutto il tempo rubato a un volontario per guardarci l'ultimo episodio di centovetrine, è tempo che quel volontario potrebbe usare per aiutare qualcun altro o, semplicemente, per la propria vita, esattamente come risulterebbe tempo rubato sia al volontario sia ad altre persone bisognose d'aiuto, quando qualche cieco possa pensare di utilizzare Be my eyes per perdersi in chiacchiere chiedendo al volontario quanti anni hai, vuoi fare amicizia con me, come ti chiami, vuoi fare ...altro... facciamo 2 chiacchiere, ecc. Ogni chiacchiera risulterà tempo perduto dal volontario dietro a qualcosa di superfluo mentre qualche altra persona come noi e in difficoltà, è là che aspetta che qualcuno si liberi. Un esame di coscienza, quindi, è d'obbligo, prima di premere il pulsante connetti, essere sicuri di averne realmente bisogno. Per incontri e conoscenze varie, ci sono in rete migliaia di siti nati apposta per quello. Un'altra cosa assolutamente da non fare, è quella di ricevere l'aiuto e poi chiudere la chiamata senza salutare e senza dire grazie. E, soprattutto, è necessario evitare di essere scortesi qualora la persona che ci aiuta possa incontrare delle difficoltà; si cerchi di venirsi incontro uno con l'altro.
Nostro dovere è segnalare tramite gli strumenti messi a disposizione dall'app, comportamenti scorretti da parte degli utenti. Sia lato non vedente, sia lato vedente, segnalare l'abuso è il primo passo per rendere Be my eyes un network migliore ed utile a più persone possibili.

Sistemi operativi: 

Categorie app: 

Tipo di licenza dell'app: 

Offre acquisti in-app: 

Grado di accessibilità dell'applicazione: 

Note sull'accessibilità: 

Nulla da segnalare, a parte che la voce di voiceover interferisce parzialmente col microfono, perciò appena finito di usare be my eyes bisogna chiuderlo per ritornare alla voce normale e non con effetto metallico.