Inviato da ilgerone il

Il 14 dicembre 2017 segna, per il popolo della rete, una data che potrebbe, il condizionale è d'obbligo, far segnare il passo al web come lo conosciamo oggi.
La FCC (Federal commission comunication) americana ha letteralmente buttato nel cestino la "net Neutrality" imposta ai provider di servizi internet dalla gestione O'Bhama e che garantiva, all'utente finale, il principio in base al quale i fornitori di servizi internet dovevano trattare tutti i dati su Internet allo stesso modo senza discriminare o addebitare in modo diverso a seconda dell’utente, del contenuto (sito Web, piattaforma, applicazione), tipo di apparecchiatura collegata o metodo di comunicazione.
Con l'abolizione della Net Neutrality viene fattto un grandissimo regalo alla lobby dei gestori da parte del governo Trump che, per altro, già da gennaio aveva promesso questo tipo di azione.
Gli scenari che si delineano all'orrizonte potrebbero risultare decisamente poco simpatici dal momento che, con questa novità alle porte, si potrebbe attivare un meccanismo di pay-per-play che obbligherebbe chi vuole accedere a determinati contenuti ad un esborso ulteriore rispetto al normale.
sia chiaro, nei confronti di servizi legati a colossi come Google, Facebook, Amazon etc l'utente finale potrebbe non vedersi cambiare nulla dal momento che questi giganti hanno le forze economiche per farsi carico di questi cambiamenti, ma per chi si affaccia al mondo della rete?
Anche il vecchio continente, si badi bene, potrebbe subire forti contraccolpi per ciò che sta accadendo dall'altra parte dell'Oceano perchè, a parte un rischio di aumento di costo di funzionalità e acquisto online perché i grandi vorranno recuperare parte dei soldi spesi e persi negli USA, c’è la possibilità che alcuni servizi non arrivino più fino a noi e soprattutto che molte delle imprese e dei servizi generati in Europa vengano appesantiti da balzelli digitali all’entrata degli Stati Uniti.
Coloro i quali potrebbero risentire maggiormente di questo cambio di rotta sono gli utenti della telefonia mobile i quali, inopinatamente, si ritroveranno a doversela vedere con i diversi carrier i quali potranno avere campo libero nel plasmare tariffe dagli importi differenti rispetto a ciò che si vuole fare con il proprio device...
Uno degli esempi più eclatanti è rappresentato dal Guatemala dove gli utenti finali si ritrovano ad utilizzare, per esempio, una sim di un gestore perchè garantisce l'accesso free a Facebook ed un'altra, di altro gestore, che consente l'utilizzo di Whatsapp...
diventa oggettivamente poco simpatica l'ipotesi che anche i carrier italiani inizino a prendere in esame questo tipo di scenario e, più in generale, diventa davvero poco roseo il ventaglio di situazioni che si possono stagliare all'orrizzonte soprattutto perchè, per noi disabili, la rete, soprattutto in mobilità, diventa uno strumento di utilità assoluta.
speriamo vivamente che si innalzi il livello di allerta e che non venga sottovalutata la situazione da coloro i quali debbono occuparsi di tutela del cittadino.
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