Inviato da talksina il
Spesso noi non vedenti diciamo che i dispositivi apple, soprattutto iPhone, ci hanno cambiato la vita; ci hanno fatto scoprire un mondo, e aperto tantissime opportunità che prima nemmeno erano pensabili: app che ci descrivono gli oggetti, che ci leggono i bugiardini dei farmaci, per leggere e acquistare libri, le varie app di navigazione gps, ecc. Bene. Lo smartphone offre anche decine di soluzioni per comunicare, a distanza, con tutto il mondo, tra messaggistica istantanea e social network, oltre al vasto ambiente dei giochi. Bene anche questo.
Il problema è che, avendo tutto questo ben di dio in tasca, è alto il rischio di utilizzarlo smodatamente, arrivando per esempio a rispondere a notifiche tutt'altro che urgenti, mentre si è in situazioni in cui l'uso dello smartphone non sarebbe affatto necessario.
Quanti di voi aggiornano lo stato facebook per dire cosa stanno mangiando?
quanti di voi anche se sono a tavola, o in giro con amici o con la ragazza, leggono i feed o i social anche mentre l'altra persona sta parlando?
quanti di voi, pur sentendo VoiceOver pronunciare la notifica ad alta voce e quindi sapendo al volo che non è nulla di urgente, prendono lo stesso il telefono dalla tasca e si mettono a rispondere a chat o turni di gioco?
No, l'essere non vedenti non c'entra... spesso e volentieri anche i vedenti si comportano in questo modo, e molto più di noi!
Per invitare la gente a riflettere su quanto dipendiamo dalla tecnologia, su quanto effettivamente ne usufruiamo per cose necessarie, i ragazzi di www.tasc.it - tecnologia, ambiente, stile, cultura, hanno lanciato una provocazione:
Si chiama #shareoffline ed è un evento che si propone di stare 24 ore spegnendo la connessione internet da computer e dispositivi elettronici in genere, con la finalità di concentrarsi in qualcos'altro, nei rapporti con le persone realmente vicine, e quindi, riflettere su quanto sia effettivamente per noi necessario stare sempre connessi. Dura dalla mezzanotte del 15, alla mezzanotte del 16 aprile.
Per presentare l'evento, i ragazzi di tasc, introducono così:
Tutti ricorderanno il 22 Febbraio. Bossi non ha vinto le elezioni, non hanno nominato un nuovo papa, non hanno dato il Nobel per la pace a Putin, ma è successa una cosa che per tanti è stata molto peggio: Whatsapp è andato down per 4 ore.
Peccato che a me, personalmente, il 22 febbraio ricordi solo e soltanto il primo evento dal vivo del progetto nvapple.it, svoltosi presso la sede dell'unione ciechi di Padova in cui abbiamo potuto confrontarci, di persona, con utenti desiderosi di conoscere il funzionamento dei dispositivi apple.
E poi, continua:
...Vedere due persone sedute allo stesso tavolo, impegnate con il proprio smartphone invece che con la persona che hanno di fronte può sembrare una battuta o uno scherzo, ma se vi guardate in giro ce ne sono davvero e a volte senza accorgervene quelle persone siete proprio voi.
Per noi non vedenti è più difficile stare totalmente disconnessi da internet oramai, specie se si è fatta l'abitudine di usare applicazioni iPhone che ci aiutano nella vita quotidiana, come quelle che ci descrivono gli oggetti; però almeno si inizi a fare qualche riflessione sul proprio uso della tecnologia!
regole dell'evento
- disattivare la connessione dello smartphone
- disattivare la connessione dal computer
- interagire con le persone che ci stanno intorno e non con quelle di internet
- fare caso alle altre persone davanti a noi, quelle che stanno attaccate allo smartphone
- riflettere su quanto e se la rete per noi è qualcosa di veramente necessario
- usare solo le telefonate per comunicare
L'evento può durare 12 ore, da mezzogiorno a mezzanotte del 15, oppure dalla mezzanotte alla mezzanotte. Poi si può raccontare la propria esperienza nella landing page dell'evento.
Share offline e non vedenti: alcuni comportamenti da tenere
I promotori dell'evento hanno proposto delle semplici regole ma se il disconnettersi, messo più che altro come provocazione, può sembrare troppo drastico, ci sono anche altri comportamenti che possiamo tenere per rendere lo shareoffline un evento che possa essere per noi utile senza crearci disagi.
- mettere l'iPhone in modalità aereo quando riteniamo che non ci interessa usufruire di internet (per esempio a pranzo o a cena). Davanti a un buon piatto, a cosa serve la rete?
- mettere il telefono in Non disturbare e dedicarsi ad altro: le notifiche arriveranno ma noi non ce ne accorgeremo fino a che non decidiamo spontaneamente di sbloccare il telefono
- fare attenzione alle persone che ci parlano: se avvertiamo un telefonino che suona, e poi che iniziano a digitare su una tastiera hardware e software, fare la domanda: mi stai ascoltando? Loro sicuramente risponderanno di sì. Dopo qualche minuto, fare un'altra domanda: cosa ho detto poco fa? Se la persona non se lo ricorda, indica che non ci stava ascoltando affatto! In quel caso, ricordare alla persona in questione che non è educato fare i fatti propri mentre si parla!
- prova estrema: tenere il telefono aperto. senza modalità aereo né non disturbare, con VoiceOver a volume alto. Fare caso alla reazione altrui se arriva una notifica, ma non aprire lo smartphone; se qualcuno chiede: ma non rispondi? fargli capire che al momento si ha di meglio da fare!
- cercare altre attività da fare nei momenti morti, piuttosto che giocare o consultare i social.
Sarebbe bello che anche noi di nv apple partecipassimo all'evento, e condividessimo la nostra esperienza con i ragazzi di tasc, in modo da essere la testimonianza concreta di come non serva disconnettersi da internet per essere delle persone in grado di socializzare e relazionarsi col prossimo, ma basta saper dare il giusto peso alla tecnologia, senza abusarne, ed ottimizzandone l'uso soltanto dove ci è effettivamente utile per sopperire alla mancanza della vista.
fonte: tasc.it
2 Comments
Aderisco
Inviato da lati il
Ciao Elena,
Aderisco con piacere a questa iniziativa: il mondo che ci circonda oggi è tutto un trillo,, un ciuff ciuff, un suono di corno, un cinguettare di uccellini, eccetera eccetera. È altresì vero che anche noi facciamo parte della tribù! Però concordo pienamente con te che l'aspetto sociale sia a dir poco imbarazzante! Reputo l'utilizzo dei mezzi informatici utilissimo per tutti ma continuo a preferire i contatti diretti, non amo i social network ma vedo che sempre più spesso e quasi necessario interagire con essi per accedere a siti descrizioni informazioni che interessano aziende ed altro. Il progresso... Forse!
Fabio Bellati
odio il catastrofismo
Inviato da talksina il
Fabio, no
io a questi catastrofismi non ci sto.
Internet e i social network sono un progresso, altro che se lo sono; metterlo in dubbio, sarebbe una bestemmia grande come una casa. Ma sono delle scatole vuote. Mettiamocelo in testa. Delle scatole vuote, che siamo noi a riempire con i nostri contenuti.
In tanti cosiddetti studiosi ed espertoni della domenica, si chiedono: "cosa sta facendo facebook alla nostra testa?"
In realtà tutte queste filosofie servono per fuggire dal problema, che è diametralmente opposto: cosa sta facendo la nostra testa a facebook? Si dà la colpa all'invenzione per non darla a chi ne fa uso, per non fare un minimo di autocritica, compito sempre e sempre scomodo per chiunque.
Allora.
Che male posso fare a facebook e al mondo, se su facebook metto solo dei contenuti che parlano di attualità, di tecnologia, di musica, di libri o che sia, senza però scadere? Per la serie: limitandomi a postare un link che parla di un marocchino che picchia la moglie e dire "questo non deve più succedere"
basta
se invece io mi metto a scrivere, sullo stesso contenuto: marocchino picchia la moglie. sempre la solita storia. dovrebbero bruciarlo vivo.
chi è che fa male e che rovina il mondo? Facebook oppure io?
Che lo esprima su facebook o che lo dica a casa a tavola mentre guardo il telegiornale, cosa cambia?
Cambia che se io lo dico a tavola davanti a moglie/figli/mariti vari, il mondo non lo vede?
Troppo, troppo comodo
se io fossi una signora, o un signore, distinto, rispettabile, impeccabile nel lavoro e con un profilo social network pulitissimo ma che ai potenziali figli nipoti o quant'altro a tavola dico che gli stranieri devono bruciare vivi, faccio male al mondo nello stesso modo in cui lo farei dicendolo su facebook. Anzi, forse peggio perché sarei una persona ipocrita, al mondo darei un messaggio sbagliatissimo e non solo per il discorso del rogo.
Nella mia vita ho conosciuto persone, senza particolari problemi di disabilità, le quali si vantano di non avere l'iPhone e di non essere omologate alla tecnologia di massa, sostenendo che la loro vita non si basa sulla tecnologia ma sui rapporti umani, le quali però di fronte ad una persona a cui vogliono bene e che viene umiliata, anziché difenderla, usano la tecnologia per rincarare la dose. Ho visto di quelle scene... di quelle teste dalle quali se facebook si liberasse, sarebbe un ambiente più pulito.
Detto questo,
gli eventi share offline servono proprio a riflettere su un uso della rete a misura d'uomo. Non servono per negare che la rete sia un progresso o per dire che la rete e i social network fanno schifo.
Serve solo ed esclusivamente per guardare la realtà per quel che è.