Accessibilità ed usabilità, concetti poco chiari agli sviluppatori?

Alle volte capita di recensire un programma, di provarne potenzialità e criticità ed ecco che, ogni tanto, qualche riflessione scatta spontanea e quale miglior ambito come la rete, per poter condividere riflessioni e/o elucubrazioni?

Una di queste situazioni si è creata proprio recensendo Microsoft OneNote per sistemi osX.
L'uscita di questo pacchetto freeware della casa di Redmond risulta quasi un evento, per gli utilizzatori di Voiceover, in quanto risulta essere il primo prodotto Microsoft pienamente accessibile con lo screenreader di Apple.

Questa uscita apre, almeno a livello di speranze, degli spiragli davvero interessanti che potrebbero farci immaginare una prossima uscita del pacchetto Office usabile dai disabili visivi in ambiente Mac, ma inevitabilmente, dopo aver provato il programma qualche riflessione non troppo positiva ci sentiamo di poterla rilasciare.

Come già detto, il software è pienamente accessibile, ma la sua farraginosità lo rende quasi inusabile soprattutto se pensiamo che una situazione del genere nasce per prendere note/appunti al volo.

Solo l'apertura della finestra principale potrebbe far venire il mal di testa, tanti sono gli elementi da esplorare e non parliamo della creazione di un contenuto... che costringe l'utilizzatore di Voiceover, ad interazioni continue con una miriade di oggetti tra i più disparati, operazioni e terminologie poco chiare etc...

Queste situazioni, giusto per restare in argomento, rendono vano tutto il discorso legato all'accessibilità vanificando mille situazioni...
Viene spontaneo domandarsi, alle volte, di come vengano disegnate, a livello di analisi/progettazione, determinate funzionalità che potranno essere anche "iperboliche", ma che diventano perfettamente inutili quando non c'è dietro uno studio ergonomico quantomeno abbozzato in maniera decente!
Un'altra riflessione che viene ulteriormente in mente, è come queste situazioni siano, troppo spesso, legate ad entità aziendali molto grandi e di come i prodotti migliori siano quasi sempre, legati al lavoro di piccoli team o di singoli developer facendo intuire di come i colossi tengano poco conto delle esperienze utente reali che, altresì, sono al centro dell'interesse di quelle realtà che si rapportano direttamente con l'utente finale.

A conclusione di quelle che potranno anche essere considerate chiacchiere al vento, possiamo anche dire che questo esempio di OneNote rispecchia anche le esigenze di chi non ha particolari necessità di tecnologia assistiva dal momento che il concept risulta macchinoso e scomodo per tutti riportando in primo piano un assunto che ci piace riproporre di sovente:

"un prodotto accessibile è come una scala poco illuminata che viene resa più sicura con l'installazione di più lampadine, ne beneficiano tutti e non solo chi vede male".

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1 Comment

Cercherò di farmi capire

Ciao, io penso che nascondersi dietro i costi degli sviluppatori è troppo facile, secondo me il problema è quello che per la disabilità ricopre una percentuale bassa rispetto alla normalità e quindi anche se siamo nel 2000 passato ormai da molto, il dio denaro li ritiene superiori.
Se qualche disabilità capiterà a qualche potente allora si che si faranno passi da gigante
Perché io la parola buon SENSO io ne ho piene le tasche per non dire altro, quindi concludo come hai ricordato tu Vainer , dobbiamo sempre parlarne
Perché noi dentro siamo sempre migliori di loro.

Giuliano Nastri